martedì 21 novembre 2017

PARTIRIPARTI - SANTO DOMINGO

Santo Domingo: dormire, mangiare e divertirsi a Cabarete e Puerto Plata

Spiagge infinite e ritmi sani. Ma anche tanto surf, movida notturna, ristoranti e hotel intimi. A Santo Domingo, tra Cabarete e Puerto Plata, l'Atlantico ha il ritmo del Caribe


Al mattino si fa vita di spiaggia nella baia protetta, solo brezze leggere e mare calmo. Poi, a mano a mano che la temperatura sale, si alzano gli alisei e comincia lo show delle vele che si incrociano in cielo fino al tramonto. Forse Cabarete, poco più che un villaggio sulla costa atlantica della Repubblica Dominicana, non è più “il segreto meglio conservato dei Caraibi”, come la definì il surfista Jean Laporte, che vi si imbatté a metà anni degli Ottanta. Ma è comunque una bella scoperta.

SANTO DOMINGO: PERCHÉ ANDARE A CABARETE E PUERTO PLATA

Chilometri di spiaggia dorata dove la tribù della tavola incontra giovani coppie e famiglie in vacanza. “Questa costa è l’ideale per gli sport acquatici, grazie alla combinazione rara e perfetta di alisei e acque calde”, spiega Marcus Bohm, surfer tedesco che nel 2003 ha creato Master of the Ocean, primo e unico evento che riunisce in una sola gara tutte le discipline legate alla tavola: surf, windsurf, kitesurfing o kiteboarding, con l’aquilone, stand up paddle. L’appuntamento è stato a fine febbraio a Playa Encuentro, dove Marcus Bohm ha aperto la sua scuola, 321 Take Off. Il periodo migliore per imparare? L’estate: perfetti per i principianti i venti più dolci e le onde meno inquiete.
La baia, una decina di chilometri di sabbia orlata di palme, è una successione di spot per tutti i gusti. Partendo da Playa Encuentro, a ovest, la punta di onde e vento dove si svolgono i campionati della tavola, si passa a Kite Beach, luogo di incontro dei kiteboarder, dove si concentrano scuole, centri di noleggio, negozi specializzati (info su Active Cabarete).
Cabarete Beach è nell’ansa più protetta e tranquilla: lettini da spiaggia all’ombra delle palme e tavolini di ristoranti e caffè. In fondo, sull’ultima punta che chiude la baia a est, ci sono le prime rocce, lisce e piatte, del Velero Resort, dove terminare la giornata con un aperitivo. L’immediato entroterra di foresta e montagne propone altre sfide sportive, dalla mountain bike all’esplorazione delle grotte, dal trekking alla discesa lungo una delle 27 cascate di Damajagua.
Più a nord, Puerto Plata, porta d’accesso alla costa nord e veterana fra le destinazioni turistiche dominicane, conserva un fascino Belle Époque che la differenzia da altre cittadine. Il piccolo centro storico della ciudad vieja è ritmato da suggestive dimore vittoriane in legno, a corona della piazza, dove troneggia l’immancabile glorieta, il padiglione per la banda. Le panchine in ghisa, i lampioni d’antan, i fusti delle alte palme reali e l’imponenza déco della cattedrale di San Felipe testimoniano lo splendore passato, che i responsabili del turismo sperano di rinnovare con l’apertura al traffico crocieristico del vicino porto Amber Cove. In un’elegante villa ottocentesca il Museo del Ámbar ha una bella collezione di pietre e gioielli con la preziosa resina, considerata la più trasparente al mondo. Ci sono ricchi giacimenti nella zona, non a caso conosciuta anche come Costa dell’Ambra.
Lo spettacolo più integro è a ovest. Superato Puerto Plata, la strada si muove tra costa e campagna. Un’ora e mezzo fino alle remote spiagge di Playa Ensenada e Punta Rucia. La meta per antonomasia è Cayo Arena. Un minuscolo isolotto sospeso nell’azzurro, che tutti chiamano Paradise Island. L’acqua è tiepida, tra le rocce coralline enormi gorgonie viola dondolano leggere come ventagli, un pellicano si tuffa a pescare incurante dei bagnanti. Dopo il bagno e lo snorkeling, si torna a terra per un pranzo gustoso sotto il pergolato del beach club Paradise Island.

SANTO DOMINGO: DOVE DORMIRE A CABARETE E PUERTO PLATA

Sono a un passo dall’acqua i nuovi hotel residence per chi desidera una vacanza di autonomia e relax a Cabarete. Ultravioleta Boutique Residences, a metà strada fra il villaggio e Kite Beach, ha una ventina di appartamenti con terrazzo vista oceano e una piscina a sfioro. Negli interni, arredi contemporanei, una cucina superattrezzata, bagni con Jacuzzi esterna.
Il Millennium Resort & Spa si distingue per ambienti cool nei colori del mare, centro benessere (anche corsi di yoga per surfisti) e la scuola di kitesurf. Si dorme nella quiete assoluta a Natura Cabana, boutique hotel a un quarto d’ora d’auto da Cabarete. Si trova nel complesso Perla Marina. Questo ecolodge un po’ new age – c’è un suggestivo padiglione fronte oceano dove seguire corsi di yoga – regala atmosfere rilassanti nelle cabaña in pietra e legno, con arredi tra etnico e feng shui. Lettini e amache ben distanziate per oziare sotto le palme; una casetta sull’albero per la gioia dei bambini. L’orto biologico rifornisce i due ristoranti open air. Da non perdere una cena al Natura: il menu include anche piatti vegetariani e vegani.
A tre chilometri dal centro di Puerto Plata, invece, Playa Dorada è un’enclave esclusiva nella migliore tradizione dei complessi turistici che hanno fatto la fortuna della costa orientale. La cittadella cintata accoglie una quindicina di resort all-inclusive, ristoranti, club, discoteche, piscine, uno shopping mall e uno spettacolare campo da golf disegnato da Robert Trent Jones. Un’eccezione al turismo tutto compreso è Casa Colonial Beach & Spa. La struttura, che appartiene ai Small Luxury Hotels of the World, è fra le più chic del Paese: ha una cinquantina di suite in un giardino tropicale. La spiaggia è attrezzata, ma è forte il richiamo dell’infinity pool sul tetto, lettini bianchi sul deck in legno, vasche idromassaggio affacciate sull’oceano. Dalla spiaggia chilometrica si vede la cima del Pico Isabel de Torres, 800 metri di altezza da raggiungere con el teleférico, l’unica funivia dei Caraibi.
Per godersi il Cayo Arena in beata solitudine, invece, l’ideale è dormire al Punta Rucia Lodge: da qui ci si arriva in un quarto d’ora, al mattino presto, quando ancora non si vedono le lance degli escursionisti. Punta Rucia Lodge è silenzioso. La spiaggia è lunghissima e deserta, punteggiata di manghi, mandorli, acacie e uva de playa. Dalla grande piscina a sfioro lo sguardo arriva al molo che si spinge nell’azzurro. Solo una dozzina di costruzioni, i faré, per una ventina di camere minimal chic che rubano i colori del mare e della sabbia. E qui c’è tanto da fare e da scoprire: spiagge segrete dove si arriva solo in barca, pesca d’altura. In pochi minuti di canoa si raggiunge il Santuario dei lamantini, nell’ampia laguna del Parco Estero Hondo. Le serate sono tranquille: nei dintorni c’è ben poco da fare e nel prezzo della camera è compresa anche la cena à la carte.

SANTO DOMINGO: COMPRARE, MANGIARE E DIVERTIRSI A CABARETE E PUERTO PLATA

Ci sono voluti meno di 20 anni per trasformare un villaggio sonnolento in top destination per kiteboarder. Il passaparola dei surfisti ha fatto di Cabarete il punto d’incontro di una comunità giovane e cosmopolita. Si vive in short e infradito, la sera si ascolta musica e si balla sulla sabbia. Si passa davanti  a bar e colmados (empori), numerosi surf shop e qualche vetrina intrigante. Un esempio? Kana Rapai: minuscolo negozio, dove curiosare fra oggetti e bijoux. Bei pezzi di artigianato, insieme a qualche gioiello in ambra e larimar (altra pietra dominicana) si trovano da Taina; mentre per tuniche, pareo, sandali, borse, l’indirizzo è Lili Lou. Di fronte, si getta un’occhiata ai costumi della Beach Box Boutique.
A Cabarete la dolce vita dominicana ha gusti semplici e ritmi indolenti nella sfilata di locali sulla sabbia, aperti ininterrottamente tutti i giorni. Il ristorante migliore e più rinomato è La Casita de Papi: una veranda di legno e una manciata di tavolini sotto gli alberi dove concedersi una padellata di gamberi, con una squisita salsa al curry e Pernod. Al calar della sera comincia la movida sotto le palme. Si va da Onno’s per un cocktail al tramonto, secondo la formula dell’happy hour all’americana (due drink al prezzo di uno). Il vicino Leaf Cabarete è uno degli indirizzi più raffinati: si ascolta musica lounge, che vira all’house col passar delle ore, soprattutto quando Azar si esibisce alla console.
Un altro indirizzo per intenditori è El Manguito, a Puerto Plata. Un cartello, un albero di mango, un’arcata un po’ buia che scende di alcuni gradini verso la sala con veranda, un patio con tetto di paglia e grandi ventilatori. Il pranzo è una festa di piatti di pesce – frutti di mare, granchi, gamberoni, aragoste – ma è anche l’occasione per provare una specialità di carne, il capretto locale, nutrito a origano silvestre.